Pubblicato : 03/11/2020 10:02:31
Categorie : News
Sono giorni difficili quelli dedicati alla Commemorazione dei defunti, quest’anno in cui il mondo intero lotta contro la pandemia di coronavirus lo sono forse ancor di più. In questo spazio virtuale vogliamo suggerire due piccoli libri “medicinali” e benefici per l’anima addolorata dei cristiani che hanno perso una persona cara e proporli come un utile strumento di meditazione e di preparazione alla preghiera.
“Dov’è Cristo lì c’è il paradiso. Omelia sui defunti” (pag. 62; Euro 6,00) è un testo a cura di Lucio Coco la cui prefazione è scritta dal cardinale Giovanni Battista Re. Contiene per la prima volta la traduzione in lingua italiana di un’Omelia di San Giovanni Crisostomo sui cimiteri il cui contenuto invita a riflettere sulla possibilità dell’esistenza di una vita oltre la morte: «una vita senza fine nella felicità con Dio» (pag. 5). All’interno del testo Crisostomo preferisce evitare il termine morte e parla di essa come di un sonno partendo dal presupposto che nelle Scritture «la morte è chiamata sonno» (pag. 17). È interessante notare anche come anche il luogo della sepoltura venga da lui stesso inteso col termine greco di cimitero in quanto la sua etimologia dipende dal verbo greco dormire. Scrive egli stesso che «questo luogo è chiamato cimitero perché si sappia che i morti e quelli che qui giacciono non sono morti ma dormono e riposano» (pag. 19). Il testo proposto permette di accogliere con semplicità e profondità il tema della grazia e della salvezza che Cristo ha guadagnato per noi. Il dolore per la morte di una persona cara è una delle esperienze più decisive nella vita, preludio e anticipo della morte che tutti affronteremo. In Cristo risorto questo male è diventato un passaggio, l’incontro decisivo con Colui che ci ha amati per primo, il Padre delle misericordie. La comunione con Lui, infatti, ci permette di vivere le esperienze della vita quotidiana come un incontro con il Signore e con i fratelli e come una palestra per crescere nella capacità di amare gratuitamente. Questo è ciò che realizza lo Spirito santo in noi. Proprio per questo san Giovanni Crisostomo in questa bellissima omelia, per la prima volta tradotta in italiano, può dire: dov’è Cristo lì c’è il paradiso.
“La vita non è tolta ma trasformata. Il senso cristiano della preghiera per i defunti” (pag. 60; Euro 8,00) è un piccolo volume a firma del cardinale Jorge Medina Éstevez, la cui prefazione è di Arthur Roche, Arcivescovo Segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Dedicato a tutti i cristiani uniti nella fede, prova a fornire delle risposte a quelle domande sulla vita e sulla morte. Quesiti che ognuno di noi si pone nel momento in cui perde una persona cara. È possibile riflettere sul significato dei funerali e sul perché prenderne parte, non solo in riferimento alla dottrina espressa all’interno del Catechismo della Chiesa Cattolica (dal numero 1680 al 1690) ma anche, alla luce dell’essere e del sentirsi cristiani, uomini e donne plasmati dall’Amore di Dio, nella fede condensata dalle parole antiche e sapienti del Credo. L’autore infatti ricorda che la vita «in questa terra non è l’unica né quella definitiva, ma è solo una tappa, la prima e non l’ultima della nostra esistenza» (pag. 15) e che la morte «è la separazione dell’anima, essere spirituale e immortale creato da Dio, dal corpo che fu suo fin dal momento del suo concepimento nel seno materno» (pag. 15). Dopo la morte l’anima continua a vivere perché «essendo uno spirito, non possiede parti» (pag. 15) e non può dividersi né distruggersi. Il corpo del defunto, rispettato profondamente dalla religione cristiana poiché in vita fu chiamato «ad essere tempio dello Spirito Santo (cf. 1Cor 6, 19), come strumento, per così dire, dell’anima, per mezzo del quale furono realizzate tante opere buone e meritevoli» (pag. 16). Bisogna ricordare che, secondo le Sacre Scritture, l’anima possiede una vita immortale e che dopo la seconda venuta di Gesù (cf. Mt 24,30), i corpi dei defunti ritorneranno in vita riunendosi alle loro anime per raggiungere la beatitudine della vita eterna.