Anno di Edizione | Ristampa 2016 |
Pagine | 100 |
Lingua | Italiano |
Copertina | Brossura |
Peso (gr.) | 150 |
Dimensione (base x altezza) | 14 x 21 |
Questo libretto scritto da Karol Wojtila negli anni della giovinezza affronta il tema dell'amore coniugale.
La scrittura è simile a quella di un testo teatrale con dialoghi e monologhi in prosa e versi e i frammenti di lettere che i protagonisti si scambiano. Le storie dei personaggi si intrecciano secondo le modalità del racconto in parallelo per ricomporsi al termine della vicenda. I richiami intertestuali (tra l’ altro abbastanza espliciti) si riferiscono alla parabola delle sette vergini sagge e stolte. Ma qui il focus si sposta dalla teologia ad argomenti di dibattito più vicini nell'ambito di una fervente attualità. Tra i temi curati il lettore trova il fidanzamento, l'abbandono, il divorzio, la vedovanza, il matrimonio come sacramento e come “pane quotidiano” della vita di coppia.
E’ indubbiamente possibile interpretare il testo secondo una chiave di lettura cristologica soffermandosi sul ruolo dell’orefice. E’ da questi che promana un'aura solenne, sacrale ma al tempo stesso premurosa e paterna. E la figura di Adamo, che si inserisce a metà racconto, non è quella di un personaggio qualsiasi ma la proiezione del primo uomo alla ricerca di una compagna. Così nel corso dei tre capitoli, “I richiami”, “Lo sposo”, “I figli”, questa ricerca diventa anche formulazione di un interrogativo che il libro lascia volutamente aperto perché ogni lettore possa dare la sua risposta: "Certe volte la vita umana sembra essere troppo corta per l'amore. Certe volte invece no - l'amore umano sembra essere troppo corto per una lunga vita. O forse troppo superficiale. In ogni modo l'uomo ha a sua disposizione un'esistenza e un amore".
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