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Anfilochio di Iconio, nato intorno al 340-345 a Diocesarea-Nazianzo in Cappadocia, ha studiato retorica presso la scuola del retore e sofista greco Libanio, per poi esercitare questa professione a Costantinopoli; abbandonò presto la carriera forense per ritirarsi in solitudine come monaco. Gregorio di Nazianzo, suo cugino, lo mise in contatto con Basilio di Cesarea che lo volle vescovo di Iconio. Presiedette il concilio tenutosi a Iconio nel 376 dove si fece araldo della teologia trinitaria del concilio di Nicea (325) e dell’insegnamento sullo Spirito santo promosso da Basilio contro le posizione eretiche di ariani e pneumatomachi. Intervenne nel 381 al concilio di Costantinopoli e fu ancora lui a presiedere il sinodo di Side, convocato per trattare la questione dei messaliani (383 ca.). Ebbe un ruolo importante nell’elaborazione delle leggi dell’imperatore Teodosio contro gli ariani.
La morte lo ha raggiunto tra il 398 e il 404. È pervenuto poco della sua produzione letteraria (alcuni frammenti, un poemetto parenetico, alcune omelie e la lettera sinodale di Iconio) ma la sua fama gli ha fatto valere l’appellativo di Famosissimo per la santità della sua vita e la sua profonda dottrina.
a cura di Lucio Coco